Articoli di Francesco Caracciolo

24.03.2024 22:27
Come il cosmopolitismo nella Roma antica, dagli anni Settanta del Novecento la globalizzazione rese normale la presenza di genti di tutte le provenienze in ogni paese. Da allora si diffuse ovunque la persuasione che i confini di comunità, di nazioni e di civiltà fossero divisioni imposte arbitrariamente nel passato. Si ritenne che occorresse abbattere quelle barriere, considerate veri e propri muri, ostacoli posti nello spazio globale del pianeta. Si sostenne che il mondo è di tutti e che tutti hanno diritto di starsene liberi in ogni luogo e paese a loro scelta e piacimento. Si disse e si predicò che, sulla Terra di tutti, la migrazione è un libero e normale trasferimento di individui, di gruppi e di popoli, che l’ospitalità è e deve essere ovunque un obbligo; che l’accoglienza ai poveri nei paesi ricchi è da considerare un dovere, un’indiscutibile connotazione universale. A queste persuasioni e a questi discorsi seguirono e seguono fatti, e quando questi furono e sono a buon punto...
09.03.2024 18:33
La prassi, la relazione del soggetto con l’oggetto e di questo con quello è dialettica, movimento vario e continuo. Essa – trova la filosofia moderna – è processo storico, prodotto del nesso dello spirito con la materia, dell’idea con la realtà sensibile. È la storia, che ha un andamento originale in continuo svolgimento e perpetua trasformazione; un andamento vario, che diviene, crescendo o decrescendo, sviluppandosi o contraendosi in tutto o in parte. Un andamento che così si realizza; e in esso tutto si fa come risultato di esigenze sue proprie, interne, nascenti quando e ubi volunt. È un andamento altalenante: si è sempre svolto qua e là nei modi più diversi e opposti, in periodi di crescita e di decrescita, di luci e di ombre, di illuminazione e di oscurità, di espansione e di contrazione, di Medioevo e di Rinascimento. Ma esso in periodi così diversi e opposti, pur passando dalla crescita alla decrescita, dalla luce all’oscurità, è sempre divenuto, ha sempre assunto una nuova...
02.01.2024 11:24
È facile constatare che la pubblica amministrazione è molto lenta e difettosa, e che i suoi difetti provocano ingenti danni all’intera società e alla sua produzione di ricchezza. Pubblicisti e benpensanti concordano nel ritenere che bisogna rimediare e suggeriscono terapie più o meno risolutive. Di solito attribuiscono le disfunzioni amministrative a carenze e superficialità della legislazione, a lacune in questo o quel settore, alla farraginosa burocrazia, a colpevoli omissioni, irregolarità e abusi di burocrati, di magistrati e di politici. Certo, eccessi e difetti, con conseguenti suggerimenti e proteste, si verificarono sempre, da secoli, da millenni. Disfunzioni e caotici provvedimenti amministrativi, come fallimenti, sconfitte e disastri militari, ci furono sempre, in tutti i tempi, e furono sempre attribuiti all’inadeguatezza di dirigenti, agli errori di generali e di burocrati. Nell’addossare a costoro ogni responsabilità furono sempre tutti d’accordo, dai pubblicisti ai...
02.01.2024 11:20
La prima immigrazione in Italia giunse soprattutto dall’Oriente negli ultimi decenni del Novecento. I barconi e gli sbarchi provenivano specialmente dall’Albania. Tanta gente straniera che arrivava era una sorpresa e destò allarme nella popolazione. Dopo tante riflessioni, politici, ministri, opinionisti concludevano che gli sbarchi erano molti, le coste lunghe migliaia di miglia e l’Italia da sola non poteva impedire il numeroso e crescente afflusso di disperati in cerca di riparo e di fortuna. Politici e dirigenti italiani spiegavano che per bloccare gli sbarchi doveva intervenire l’Europa, la Ue, perché era evidente che l’Italia da sola non poteva farcela. All’inevitabile accoglienza seguirono tre leggi e il capestro Dublino, ideati da ministri e politici come Martelli, Napolitano, Bossi, Maroni. Gli sbarchi continuarono e andarono sempre più aumentando. Ministri e politici continuarono a ripetere che l’Italia da sola non poteva farcela a impedire gli sbarchi e che doveva...
24.09.2023 16:52
What happened in the Italian peninsula yesterday happens today and will happen tomorrow in some Western countries. In ancient times the hybrid and decadent Roman society generated the tolerant, chaotic, conflictual Italian society. From the second century B.C. Rome and the Italian Peninsula received millions of individuals from very different places in the then known world. They hosted them to be served and to burden them with the fatigue of work no longer borne by the natives. The Capital deported them to Rome and to the Peninsula from their lands to gorge itself by providing arms to the latifundia and servants and comforts to the Trimalchioni, to the old and new patricians. It was then not only the formation of large latifundia that ruined Italy, but it was also and above all the excessive inflow, the heterogeneous multitude of foreign individuals destined to cultivate and serve. Not only the "latifundia perdidere Italiam", as Pliny the Elder noted, but above all those millions of...
24.09.2023 16:44
Ce qui s'est passé hier dans la péninsule italienne se passe aujourd'hui et se passera demain dans de nombreux pays occidentaux. Dans les temps anciens, la société romaine hybride et décadente a généré la société italienne tolerante, chaotique et conflictuelle. Dès le IIe siècle av. J.-C., Rome et la péninsule italienne ont accueilli des millions d'individus venus d'endroits très différents du monde alors connu. Ils les hébergent pour être servis et supporter la fatigue du travail que ne tolèrent plus les indigènes. Le capital les déporta de leurs terres à Rome et dans la péninsule pour se nourrir en fournissant des travailleurs aux latifundia et des serfs et des conforts aux Trimalchioni, aux anciens et aux nouveaux patriciens. Ce n'est donc pas seulement la formation de grands domaines qui ruine l'Italie, mais c'est aussi et surtout l'afflux excessif, la marée hétérogène d'individus étrangers destinés à cultiver et à servir. Non seulement les «latifundia perdidēre Italiam», comme...
24.09.2023 16:35
Lo que sucedió ayer en la península italiana sucede hoy y sucederá mañana en algunos países occidentales. En la antigüedad, la sociedad romana híbrida y decadente generó la sociedad italiana tolerante, caótica y conflictiva. Desde el siglo II a.C. Roma y la península italiana acogieron a millones de individuos de lugares muy diferentes del mundo entonces conocido. Los acogieron para ser servidos y cargarlos con la fatiga del trabajo que ya no soportan los autoctonos. El capital los deportó a Roma y a la Península de sus tierras para atiborrarse  proporcionando armas a los  latifundios y sirvientes y comodidades  a los Trimalchioni, a los antiguos y nuevos patricios. Fue entonces no sólo la formación de los latifundios lo que arruinó Italia, sino también y sobre todo la afluencia excesiva, la marea heterogénea de individuos extranjeros destinados a cultivar y servir. No sólo los "latifundia  perdidere Italiam", como señaló Plinio el Viejo, sino sobre todo aquellos...
24.09.2023 16:27
Quel che è successo nella penisola italica ieri succede oggi e succederà domani in alquanti paesi occidentali. Nell’antichità la società romana ibrida e decadente generò la società italiana remissiva, caotica, conflittuale. Dal secondo secolo avanti Cristo Roma e la Penisola italica accolsero milioni di individui provenienti da luoghi diversissimi del mondo allora conosciuto. Li ospitarono  per farsi servire e per addossare a loro la fatica del lavoro non sopportata più dagli autoctoni. Il capitale li deportò a Roma e nella Penisola dalle loro terre per ingozzare se stesso fornendo braccia ai latifondi e servitori e comodità ai Trimalchioni, ai patrizi vecchi e nuovi. Non fu allora solo la formazione dei latifondi a rovinare l’Italia, ma fu anche e soprattutto l’eccessivo afflusso, la marea eterogenea di individui stranieri destinati a coltivare e a servire. Non solo i « latifundia perdidere Italiam », come constatò Plinio il Vecchio, ma soprattutto quei milioni di nuovi venuti,...
23.07.2023 19:03
di FRANCESCO CARACCIOLO È bello e sublime salvare vite umane. È utile farlo e vantarsene, come ha fatto per anni il ministro dell’interno Alfano e come hanno fatto e fanno altri membri del governo e rappresentanti delle istituzioni ottenendo il patrocinio del Pontefice, la totale approvazione di cardinali, il plauso degli ecclesiastici e il consenso delle anime pie e di politici e laici in carriera e in affari. È bello e sublime salvare dieci, cento, mille vite umane, accogliere i salvati o restituirli, in parte, alle loro famiglie e ai loro paesi. Ma se le vite da salvare sono decine e centinaia di migliaia di gente che vuole in massima parte invadere e occupare paesi non suoi senza averne ottenuto il permesso attraverso ambasciate e consolati, le vite salvate devono essere restituite senza remore e condizionamenti ai paesi da cui sono venuti o da cui sono salpati. Occorre fare ciò per interrompere un flusso di cui non si intravede la fine ma si possono prevedere gli effetti letali....
23.04.2023 19:30
di Francesco Caracciolo Un discorsetto del ministro dell’agricoltura del governo italiano fatto il 18 aprile 2023 solleva innumerevoli improperi e accuse. Non si può immaginare – egli spiega – che l’afflusso di immigrati possa colmare il vuoto che va crescendo per la carenza di nascite. Non si può, perché, se la diminuzione delle nascite continua e il numero degli immigrati aumenta, nei paesi come l’Italia, si giungerà alla «sostituzione etnica», cioè al prevalere culturale e numerico della popolazione immigrata sulla popolazione autoctona. Questa previsione, che si desume dal discorsetto del ministro, sollecita la suscettibilità di una folla unanime di contraddittori, di denigratori, di accusatori, tutti sedicenti antifascisti, che tacciano il suo autore di razzismo e, quindi, di fascismo e di nazismo. Quotidiani, media, cronisti, opinionisti, politici, tranne pochi, si scatenano contro di lui e la sua frase razzista. Un quotidiano fa del caso una vignetta triviale e offensiva che...
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