Articoli di Francesco Caracciolo

29.05.2022 17:12
Gli Stati dell’Unione europea del terzo decennio del Duemila continuano a somigliare agli Stati italiani del Quattrocento. Sono parte dell’Europa che forse l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Henry Kissinger, definiva «gigante economico, nano politico e verme militare». Nonostante l’Unione, che per molti aspetti si può dire solo formale, essi sono disuniti, agiscono ognuno per conto proprio badando spesso solo ai propri interessi anche in momenti critici e di pericolo. Ognuno di essi conduce la propria politica interna, estera, commerciale, militare e difensiva. Se si esclude il controllo che subiscono in qualche settore dell’economia e della finanza pubblica, essi sono pressoché indipendenti. Nel Quattrocento, anche gli Stati italiani, da Milano a Palermo, erano indipendenti e rimasero tali nonostante la Lega italica creata nel 1454 e la politica di Lorenzo il Magnifico che mirava a garantire l’equilibrio e la pace. Anche allora l’Alleanza sanciva il reciproco...
17.07.2021 14:15
Il 13 febbraio 2021 il dottor Mario Draghi, ex governatore della Bce, sostituisce l’avvocato Giuseppe Conte alla guida del rinnovato governo italiano. La situazione economica e finanziaria del Paese è disastrosa, accresciuta a dismisura dalla dilagante pandemia virale. All’enorme debito pubblico si aggiungono i fallimenti di molte imprese, la notevole disoccupazione e la crescente povertà. L’unica via d’uscita a cui si guarda è l’apporto che potrà venire dal cospicuo aiuto finanziario promesso dall’Unione Europea. Ma la promessa è condizionata. L’Europa subordina la concessione del suo aiuto alla garanzia che darà il governo italiano di procedere a precise riforme strutturali (delle finanze, della giustizia, dell’amministrazione, dell’istruzione) mediante il razionale impiego delle risorse che riceverà. L’impellente esigenza di ottenere gli aiuti promessi (a fondo perduto e in parte a prestito) procedendo alla realizzazione delle riforme impone la sostituzione del fallimentare...
20.12.2020 18:46
L’idea dell’Italia e degli Italici l’hanno data gli antichi Romani con le loro conquiste. I popoli e le città da loro conquistati acquisirono lingua e costumi dei conquistatori. Quando alcuni di essi si ribellarono, come fecero Capua al tempo di Annibale e ancor prima gli Etruschi e i Celti, i ribelli furono riconquistati. In seguito, popoli e città, nonostante il diverso trattamento che avevano i loro abitanti da quello dei cittadini romani, chiesero con insistenza e ottennero nel tempo la cittadinanza romana per i loro abitanti. Dalle Alpi ai Nebrodi e alle Madonìe costoro parlarono latino, vissero le stesse vicende dei cittadini romani, godettero la stessa pace e subirono gli effetti dei loro stessi rovesci. I popoli italici conquistati furono a tal punto assimilati che si sentirono parte dell’insieme creato dai Romani. Avvertirono forse maggiore appartenenza a quell’insieme e alla città che l’aveva creato di quanta ne sentissero molti cittadini romani, in gran parte sparsi per le...
12.01.2020 18:59
Frequenti e intense perturbazioni atmosferiche si susseguono nelle più diverse aree del pianeta producendo qua e là sconvolgimento e disastri. La scienza è disorientata, le tesi e le opinioni sono varie. Certo il caldo c’è, aumenta da decenni ed è destinato a progredire. Ma molti scienziati e studiosi del clima non ritengono che la causa del suo progresso sia da individuare nelle emissioni umane. Certo, essi dicono, il progrediente riscaldamento sgretola le montagne di ghiaccio, accresce la massa d’acqua, i mari e gli oceani, che nel tempo sommergerà parte dei continenti. Le zone torride, il secco e l’arido guadagnano spazio estendendosi sempre più. Le vaste e continue esalazioni allargano il buco nell’ozono e il caldo aumenta, mentre lo scirocco e il clima torrido deliziano le zone che sono sempre state temperate e fredde, fino a raggiungere i poli, a trasfigurare il bel mondo e a fare delle aree più floride e civili un unico deserto. Si diffonde la persuasione che il disastro sia...
26.12.2019 16:55
È frequente occuparsi delle aree arretrate e della possibilità di promuoverne la crescita. È opinione diffusa che occorra mediante riforme e incentivi far superare al Mezzogiorno d’Italia lo svantaggio dell’insufficiente crescita ed eliminarne il persistente divario con altre regioni. A tal fine gli stessi opinionisti sostengono che un fondamentale e decisivo passo da fare sia l’eliminazione della politica dalla pubblica amministrazione, da enti vari, ospedali, università. Se si riuscisse in questa impresa – essi spiegano – prevarrebbe il merito e si affermerebbero la competenza e l’efficienza che in atto sono sopraffatti dagli effetti della protezione e dell’interferenza dei politici. Ne deriverebbe che la pubblica amministrazione, che così com’è in atto frena e ostacola la crescita economica e lo sviluppo, diverrebbe un fattore propulsivo, un efficiente mezzo di avanzamento e di progresso e farebbe uscire l’area depressa dall’arretratezza. Certo è innegabile che l’influsso della...
26.12.2019 16:52
Figlia del privilegio goduto de iure o de facto, la sopraffazione è antica quanto il Mondo. In natura essa si manifesta nelle forme e nei modi più diversi, sia nel regno minerale che in quello vegetale e in quello animale. Ovunque il maggiore e l’avvantaggiato sopraffa o divora il minore o lo svantaggiato. L’aria fredda spinge in su quella calda, le erbacce prevalgono sulle verdure, l’albero robusto incombe su quello esile, la bestia feroce e forte aggredisce e divora quella mansueta e debole. In natura la sopraffazione è universale. Nel genere umano essa è antica quanto l’uomo. Risale alle origini della specie, all’epoca in cui esso era informe, un insieme di cellule ancora disomogenee. Sin da allora il gruppo di quelle cellule compatto e forte sopraffece e fagocitò i gruppi disgregati e deboli. Quando l’acervo prese forma e quando poi l’animale divenne uomo (o quando questo fu creato con la sua compagna, come vuole la Bibbia), la sopraffazione proseguì e, come era stata...
17.09.2017 17:07
È bello e sublime salvare vite umane. È utile farlo e vantarsene, come ha fatto per anni il ministro dell’Interno Alfano e come hanno fatto e fanno altri membri del governo e rappresentanti delle istituzioni ottenendo il patrocinio del Pontefice, la totale approvazione di cardinali, il plauso degli ecclesiastici e il consenso delle anime pie e di politici e laici in carriera e in affari. È bello e sublime salvare dieci, cento, mille vite umane, accogliere i salvati o restituirli, in parte, alle loro famiglie e ai loro paesi. Ma se le vite da salvare sono decine e centinaia di migliaia di gente che vuole in massima parte invadere e occupare paesi non suoi senza averne ottenuto il permesso attraverso ambasciate e consolati, le vite salvate devono essere restituite senza remore e condizionamenti ai paesi da cui sono venuti o da cui sono salpati. Occorre fare ciò per interrompere un flusso di cui non si intravede la fine ma si possono prevedere gli effetti letali. A imporre un tale modo...
19.08.2014 11:47
Per dare un’idea del profondo mutamento demografico che si sta verificando nei Paesi occidentali, osserviamo quanto è avvenuto e sta avvenendo in uno solo di essi. Il caso che osserviamo è indicativo di ogni altro. Il Paese europeo senza colonie dopo la seconda guerra mondiale e ultimo a importare immigrati per soddisfare le esigenze della crescita economica e del capitale concentrato in poche famiglie, fu l’Italia. Il suo cambiamento nei decenni dal dopoguerra ad oggi fu rapido e sconvolgente. Da Paese prolifico e serbatoio di emigranti, che furono oltre diciotto milioni in meno di un secolo, divenne dagli anni ottanta del novecento il più sfrenato importatore di immigrati e il meno prolifico. Per questo suo incredibile cambiamento, il suo caso è il più adatto a farci capire quanto sta avvenendo in Occidente. Secondo una previsione fatta dall’Onu nel 2005 in Italia la popolazione autoctona sarà nel 2050 oltre dieci milioni di unità meno di quella dell’inizio del duemila; e mentre la...
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