Banditismo nel Mezzogiorno d'Italia tra Rinascimento e Barocco

«Si può dire che la povertà e le altre cause oggettive siano state le minori e non sempre cause determinanti del banditismo e di ogni forma di violenza. E ciò si può constatare anche osservando che in molte società e in molti paesi c’è e ci fu povertà, e spesso molta povertà, ma non banditismo e violenza. Più che l’enorme divario tra le fortune di pochi ricchi e l’estremo bisogno di molti poveri furono la prevalente arbitraria condotta e la disinvolta violazione delle leggi che produssero disperazione, malessere sociale, reazione e ribellione. E l’arbitraria condotta non fu solo di pochi privilegiati, baroni e benestanti, ma fu anche di mercanti, di ufficiali e magistrati, i cui eccessi e la cui corruzione resero insopportabile l’esistenza di gran parte della popolazione, e degli stessi prevaricati e sopraffatti i quali, quando furono in condizione di reagire, prevaricarono e sopraffecero, a loro volta, i più deboli di loro.»

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