L'integrazione dell'arcipelago migratorio in Occidente.

05.08.2014 13:12

    "... La promiscuità di tanti individui della più diversa provenienza e gli inconvenienti che provoca fanno nascere negli ospitanti il dubbio di trovarsi ancora nella terra dei propri avi, nel paese in cui sono nati e cresciuti ...

     ... Tra il quarto e il quinto secolo Roma e l’Italia erano divenute la parodia di quello che erano state quando ancora la promiscuità e lo sconvolgimento non si erano consolidati, non erano divenuti tessuto sociale. La società e le sue caotiche
istituzioni erano irriconoscibili. Nella società erano prevalsi caratteri e modi di vivere e di sentire degli innumerevoli immigrati e dei loro discendenti che, nonostante l’integrazione formale, erano rimasti sostanzialmente estranei a una nuova identità e a un nuovo modo di sentirsi parte dell’insieme. Si era formata una società ibrida, senza carattere, senza ideali e senza punti fermi di riferimento; una società che era il risultato del miscuglio di innumerevoli individui di razze, di costumi, di tradizioni, di modi di vivere più diversi e opposti, che hanno loro impedito di integrarsi sostanzialmente. ..."

                                                                                                      Francesco Caracciolo

Per avere esaurienti ragguagli sull'argomento si suggerisce quanto segue:

- Francesco CaraccioloL'integrazione dell'«arcipelago migratorio» in Occidente, pp. 168;
Vai al sito della Feltrinelli
- Francesco CaraccioloCome muore una civiltà e come sta morendo la nostra, pp. 408;
Vai al sito della Feltrinelli
- Francesco CaraccioloMali estremi, pp. 176;
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